domenica 27 novembre 2022

Io Sono Un Gatto, Claudio Melchior al primo posto delle proposte indipendenti della settimana




Il Testo:

IO SONO UN GATTO (3:58)
Io sono un gatto mi piaccio matto amo la vita e tu sai perché

Io sono un gatto mi piaccio matto voi mi colpite e io salto per tre

Voi voi il tempo le cose
Voi voi parole silenziose
Voi voi che non state mai fermi Voi voi sempre mani alle armi

Io sono un gatto mi piaccio matto ho 7 vite e lo tengo per me
Io sono un gatto mi piaccio matto sono carnivoro e tu sai perché

Gatta che vieni gatta che sali gatta che scendi gatta che vai Gatta che vieni gatta che sali gatta che scendi gatta che vai

(strumentale)

Io sono un gatto mi piaccio matto uso le unghie e lo tengo per me Io sono un gatto mi piaccio matto voi mi colpite e io salto per tre

Voi voi il tempo le cose
Voi voi paure silenziose
Voi voi sempre mani alle armi Voi voi che giocate ai gendarmi

E allora basta con le stronzate guardiamoci in faccia e vediamo cos’è Questo cazzo di mondo che ci fa disperare che ci fa anche amare cos’è

Sono certe emozioni


Certi dolci sapori Quell’eterna avventura Che ti aspetta fuori Quelle poche certezze
Di fusa e carezze Quell’eterno capire cos’è

Io sono un gatto mi piaccio matto la notte esploro la vita per te Io sono un matto mi piaccio gatto amo la vita e la graffio perché

Tu prova a prendermi Con le armi bene in vista Che quando mi vendico Sei il primo della lista (x 2)

Gatto che vieni gatto che sali gatto che vivi gatto che vai Gatto che vieni gatto che sali gatto che muori gatto che vai


Denizioni:

“Io sono un gatto” è un album dai colori intensi, composto e prodotto in mezzo alle tempeste che hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra vita, di cui porta chiaramente le tracce, sotto forma di ferite da curare a volte urlando alla luna, a volte con una sana dose di ironia. È un album da cantautore, quel tipo di cantautore che non butta giù accordi alla chitarra ma si diverte ad affogare dentro i suoni dei synth e i ritmi che fanno venire voglia di ballare.


“Io sono un gatto” è il secondo album di Claudio Melchior. Rispetto a “Ho molti follower” (New Model Label, 2019) è un lavoro più maturo e organico, dove il tappeto di synth (sempre rigorosamente analogici, nessun virtual instrument è stato maltrattato per la realizzazione dell’album) lascia via via spazio a strumenti suonati dal vivo, come gli archi di Lucia Violetta Gasti, i fiati di Mirko Cisilino, le chitarre di Luca Franzolini e Michele Pirona (autore quest’ultimo anche dell’arrangiamento acustico della bonus track finale) fino all’ instancabile motore di tutti i pezzi, le batterie e le percussioni di Matteo Dainese.

Un piccolo delirio saltellante di pop elettronico che però inizia a strizzare l’occhio anche alle sonorità acustiche e le inserisce in un tessuto di suoni sempre più vario, compiuto e ricco di colori. Un intimismo urlato che si fa domande e parla della vita, facendo comunque venire voglia di ballare.

Si passa dal cantautorato ironico di “Fuga” alle atmosfere livide e notturne di “Schivare la pioggia”; dalla poetica lode alla luna contenuta in “Ogni notte” al pop spensierato di “Sciacquettati”, passando per il piccolo delirio di onnipotenza di “Dante pop”, dove il cantautore, indossati i panni del sommo poeta, si diverte a tirare schiaffi al mondo (cosa che il mondo spesso si merita) a forza di rime che giocano a fare l’occhiolino al mondo del rap. Fino alla carta d’identità in musica dell’autore, la title track dell’album, che tra i segni particolari riporta la volontà di stare al mondo come un gatto, simbolo di follia e di libertà.

Perché guardare il mondo come fanno i gatti, con la loro poetica follia, per l’autore non è altro che un inno, accorato e sentito, al bisogno di libertà.

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